Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Oggi a Visso una giornata di studio sulla pecora sopravissana

Nuove ed interessanti forme di sinergia tra operatori agricoli e istituzioni sembrano possibili se viste nell'ottica della salvaguardia della biodiversità

(Visso, 20 Nov 15) Si è tenuta oggi a Visso, presso la sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, una giornata di studio sulla pecora sopravvissana. L'incontro è stato promosso dall'Assam, dalla regione Marche e dal Parco per valorizzare questa importante razza ovina che ha caratterizzato l'economia del territorio dei Sibillini fino agli anni Sessanta dello scorso secolo.

La giornata di studio è stata aperta dal Professor Olivieri, presidente del Parco, che nel dare il benvenuto ai partecipanti ha illustrato lo stato attuale dell'allevamento ovino nel Parco, ha illustrato luci ed ombre che hanno caratterizzato la zootecnia tradizionale, ponendo in particolare l'accento su come solo alcune pratiche di allevamento estensivo ben si conciliano con la tutela della biodiversità.

Gli interventi di Ambra Michelletti dell'Assam, di Emiliano Lasagna e Ludovica Curcio dell'Università di Perugia e di Elisa Cardovani dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Umbria e Marche sono entrati nel merito delle caratteristiche della razza sopravissana, esaltandone il valore diretto e i possibili sviluppi in un'ottica di miglioramento genetico ma anche approfondendone gli aspetti sanitari di gestione.  

Il Professor Catorci, dell'Università di Camerino, ha poi illustrato i primi incoraggianti risultati del progetto Praterie Altomontane, programma di interventi sul campo, portato avanti con un gruppo di allevatori locali, mirati a favorire l'utilizzo di pratiche di pascolo sostenibili, mentre l'intervento seguitissimo di Lorenzo Bisogni della regione Marche ha fatto luce sulla grande opportunità economica offerta dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale regionale che sta per essere finanziato.

Le esperienze dirette degli allevatori hanno preceduto l'intervento conclusivo di Bruno Ronchi, Presidente dell'Associazione Scientifica di Produzione Animale che ha anche coordinato tutti gli interventi della mattinata di studio.

Nuove ed interessanti forme di sinergia tra operatori agricoli ed istituzioni sembrano quindi possibili e facilmente praticabili se visti nell'ottica imprescindibile della salvaguardia della biodiversità, soprattutto sfruttando le grandi opportunità che in questo senso offre l'Unione Europea con la prossima erogazione di fondi strutturali.  


 
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