Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Il bilancio di previsione 2014 è in fase di approvazione

(Visso, 02 Gen 14) Il bilancio di previsione del Parco per l'anno appena iniziato è attualmente in fase di approvazione presso il ministero dell'Ambiente. Anche quest'anno l'ente ha dovuto far fronte ad un ammontare di fondi limitato dai tagli previsti a livello statale e resi necessari dalla crisi economica che sta vivendo il nostro paese. Ne risentono, in particolare, gli investimenti sul territorio che dipendono dai pochissimi soldi residui che il Parco può autonomamente impegnare in progetti specifici.

La Comunità del parco, riunitasi il 6 dicembre scorso, ha espresso come da statuto il proprio parere al bilancio di previsione dell'ente per il 2014. L'organo, composto dai rappresentati delle amministrazioni locali e degli enti sul cui territorio ricadono i confini dell'area protetta, ha espresso la volontà di effettuare un taglio alle spese destinate al Corpo Forestale dello Stato, condizionando il proprio parere favorevole al bilancio di previsione a tale modifica.

Su un totale di 110.000 Euro che il Parco stanzia in favore del Coordinamento Territoriale per l'Ambiente (CTA) di Visso, la Comunità del Parco ha richiesto un taglio di 50.000 Euro a condizione che quel risparmio sia distribuito per finalità che interessino il territorio.

Giova ricordare che la legge quadro sulle aree protette affida il compito di sorveglianza e vigilanza del territorio al Corpo Forestale dello Stato, conferendogli in tal modo un ruolo di primaria importanza nella tutela della Biodiversità dei monti Sibillini.

Al di là dell'indiscussa importanza dell'azione del Corpo Forestale dello Stato, inoltre, è fondamentale conoscere le varie ripartizioni dei fondi di bilancio del Parco che hanno provenienze diverse. In particolare, i fondi in questione, derivano da un capitolo di bilancio che non dipende dal Parco o dal ministero dell'Ambiente ma è direttamente gestito dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Si tratta delle cosiddette "spese obbligatorie" che, se tagliate, non potrebbero in alcun modo essere investite in altre finalità che interessano il territorio ma tornerebbero al ministero di via XX settembre per essere gestite direttamente dal governo centrale.   


 
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