Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Dalla Finlandia ai Sibillini, attraverso le foreste europee

Ultimo giorno della Settimana europea delle Foreste, giornate che la FAO e la Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa dedicano al patrimonio verde del vecchio continente.

(Visso, 13 Dic 13)

 

Ultimo giorno della Settimana europea delle Foreste, giornate che la FAO e la Commissione economica delle Nazioni Unite per l'Europa dedicano al patrimonio verde del vecchio continente. La settimana si è aperta a Rovaniemi, in Finlandia, con un padrone di casa d'eccezione: Babbo Natale in persona, per l'occasione nominato ambasciatore delle foreste europee. Gli oltre 40 paesi riuniti in questi giorni in Finlandia, tra cui l'Italia, dovrebbero arrivare alla stesura di un documento comune, uno strumento pratico per aiutare i paesi e le organizzazioni coinvolte nella gestione forestale ad adottare misure per una produzione ed un modello di consumo sostenibile.  

 

Anche il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nel suo piccolo, presta molta attenzione alla conservazione e alle modalità di utilizzo dei boschi del suo territorio. Gli ecosistemi forestali, infatti, erano quasi del tutto scomparsi da questi monti, come in molte altre aree appenniniche, in seguito all'intenso sfruttamento agricolo e zootecnico del territorio, che aveva raggiunto il suo apice tra la fine dell'800 e la prima metà del '900. Le conseguenze di questo disboscamento furono l'estinzione di quasi tutti i grandi mammiferi (tra cui l'orso bruno, il cervo e il capriolo) e l'innesco di gravi fenomeni di dissesto idrogeologico, con disastrose slavine e alluvioni che causarono anche la perdita di molte vite umane. Dal secondo dopoguerra, l'incremento dei boschi e, con essi, il ritorno della natura originaria, non può che essere visto, quindi, come un fenomeno positivo e un'importante opportunità anche per lo sviluppo sostenibile del territorio. Le foreste, infatti, svolgono fondamentali servizi ecosistemici e importanti funzioni sociali e culturali. Sono giustamente considerate strategiche nell'assorbimento del carbonio atmosferico e, quindi, nella mitigazione dei cambiamenti climatici.

 

Inoltre, la foresta è uno spazio misterioso e pieno di fascino che lascia campo alla fantasia, un ambito ricco di suggestioni e di bellezze, oltre che di sorprese. Quindi, un territorio che meglio di molti altri si presta a formare sensibilità naturalistica, buone pratiche di utilizzo ecoturistico e di conseguenza una apprezzabile e robusta economia.

 

Il bosco può essere ancora visto come l'unione fra terra e cielo ed è arricchita anche dalla magica presenza del ritornato cervo, che con i suoi palchi simboleggia una foresta vivente che si muove e stupisce.

 

Anche per questi motivi il Parco ha aderito all'azione di sistema del ministero dell'Ambiente denominata "Conservazione e gestione degli ecosistemi forestali (boschi vetusti e aree aperte)" in corso di attuazione in tutti i parchi nazionali centro appenninici.

 

Il progetto si sviluppa su due differenti scale di intervento. Una, su scala di paesaggio, prevede la realizzazione di un'analisi della qualità dei boschi e della loro evoluzione per meglio individuare le vocazioni in termini di utilizzo multifunzionale e i relativi obiettivi di conservazione. Questa azione si concluderà con la definizione di misure specifiche di gestione che orienteranno gli interventi selvicolturali secondo le finalità del Piano per il Parco e secondo gli obiettivi e le esigenze di conservazione delle rete Natura 2000, sempre però in armonia con gli usi tradizionali delle comunità locali.

 

Un'altra scala di intervento seguirà un approccio sperimentale. Si prevede l'acquisizione di alcune aree forestali particolarmente rappresentative delle unità gestionali individuate nel territorio del Parco e, per ciascuna area, verrà predisposto un programma di conservazione che prevederà il monitoraggio di alcune specie animali particolarmente legate agli ecosistemi forestali maturi e dei licheni.

 

Il Parco, inoltre, è stato tra le prime aree protette a dotarsi di un Piano antincendi boschivi, attività conoscitiva fondamentale ai fini della previsione degli incendi, strutturata in base alle caratteristiche del territorio e alle sue peculiarità. Il Piano, che ha validità quattro anni, è ora in fase di rivisitazione e verrà a breve trasmesso al ministero per la sua approvazione.

 


 
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