Gambero di fiume

 

Austrapotamobus italicus (Faxon, 1914)

Phylum Artropodi » Decapodi » Asticidi

Note:

Può raggiungere i 12 centimetri di lunghezza, la sua colorazione varia dal marrone scuro al marrone chiaro e, in alcuni casi, può anche essere verde-oliva. Come tutti i crostacei è dotato di chele, che rappresentano lunghe zampe modificate con funzione prensile di fondamentale importanza nelle attività di caccia delle prede e per la difesa durante gli attacchi dei predatori. Le chele svolgono anche un’importante funzione anche durante la fase di accoppiamento.

Il gambero si trova in ambienti di acqua dolce, lungo i tratti iniziali dei fiumi che scorrono in montagna o in alta collina, ove si ritrovano particolari condizioni che ne permettono lo sviluppo e la riproduzione. In questi ambienti la temperatura dell’acqua non scende mai al di sotto dei 10° C, non sono presenti quantità significative di sostanze inquinanti, e si rilevano buone quantità di ossigeno e di calcio.

Quest’ultimo elemento viene assorbito dal gambero e risulta fondamentale per la formazione dell’esoscheletro. All’interno dei fiumi questa specie trova riparo sotto grossi ciottoli, nei resti vegetali e nei piccoli anfratti originati dalle radici lungo le sponde.

La sua dieta è varia: si nutre di pesci, larve di insetti, resti di animali in generale; a sua volta il gambero rappresenta una preda principalmente per mammiferi e pesci.

Negli ultimi decenni, un po’ ovunque, il gambero di fiume ha subito notevoli riduzioni sia per quanto riguarda le aree popolate, sia relativamente alla consistenza delle popolazioni in esse presenti; per tali motivi viene considerato specie “Vulnerabile” ed è soggetto a tutela secondo quanto indicato da apposite direttive comunitarie.

Le molteplici cause della sua diminuzione sono da ricercarsi nell’errata gestione degli ecosistemi fluviali all’interno dei quali sono state realizzate opere quali dighe, argini in cemento, etc. E attività di escavazione di sabbia e ghiaia.

Trattandosi di una specie molto sensibile ed esigente in merito alla qualità delle acque, ha subito una forte diminuzione a causa dell’incremento del livello di inquinamento delle acque superficiali, oltre che per l’eccessiva pesca a cui è stato sottoposto. Proprio grazie alla sua sensibilità riguardo alle condizioni ambientali, questa specie viene utilizzata come bioindicatore: la sua presenza in un tratto di fiume è indice di acque caratterizzate da bassi quantitativi di agenti inquinanti e da buone quantità di ossigeno.

La forte riduzione del gambero di fiume è stata provocata anche dall’introduzione di altre specie di gamberi provenienti dal Nord America, come il gambero rosso della Louisiana, che si rivelato più competitivo, occupando i suoi stessi ambienti.

Sul territorio italiano il gambero di fiume è presente in maniera discontinua dal Piemonte fino alla Calabria, ad eccezione della Puglia, mentre in Umbria la sua presenza è drasticamente diminuita ed è limitata ormai alla parte iniziale di alcuni corsi d’acqua posti a quote più elevate.

Bibliografia:

Mitchell L.G:, Mutchmor J.A., Dolphin W.D. – 1991. Zoologia. Zanichelli, Bologna.

Petesse M.L., Mearelli M., Giovinazzo G., Lorenzoni M., 1990 – Il Gambero d’acqua dolce. Provincia di Perugia. Serv. Prog. Gest. Faunistica: 3-19.

Vannin M. (Responsabile scientifico), Barbaresi S., Fratini S. (Responsabili esecutivi), Figiani V., Carcereri C. (Collaboratori scientifici) 2003- Distribuzione di due specie di crostacei d’acqua dolce nel territorio della provincia di Pistoia. Museo di Storia Naturale, Sezione di Zoologia “La Specola”, Università degli Studi di Firenze.


 
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